giovedì 11 dicembre 2014

I - Publicações da Associação IL Presidio - Centro Studi




Teologia e Spiritualità
del “Presidio”


contributi


Collectio  «Praesidium Assisiense»

            E’ una collana di testi teologici che, assumendo a fondamento la rivelazione biblica del Nome divino, procede ad una rivisitazione di tematiche bibliche e teologiche. Caratteristica specifica della Collana è quella di associare l’impegno scientifico con l’impegno di approfondimento spirituale. A cura di Francesco Bindella.


[I testi  possono essere richiesti all’indirizzo: ilpresidio@libero.it]




Francesco Bindella

LA RIVELAZIONE
DEL  NOME  DIVINO
«SUL  ROVETO»
   
Annuncio  di  Escatologia
Fondamento  di  Ecumenismo
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Saggio ermeneutico su Lc 20,37-38 in rapporto a Es 3,14
ed estensioni teologico-spirituali concernenti la Cristologia



Collectio «Praesidium Assisiense» N. 1
Ed. Alone, Montefranco 1993, pp. 286, 30
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Sintesi

            Radicando biblicamente la riflessione, l’opera propone una interpretazione sostanzialmente innovativa sul tema del Nome divino, in uno sforzo costante di sintesi tra esegesi e spiritualità.
            L'itinerario di riflessione muove dal testo di Lc 20,27-28 in base al quale il 'roveto' - e quindi la rivelazione su di esso avvenuta: il Nome divino - sarebbe argomento probante in rapporto al mistero di resurrezione. Un'approfondita riflessione sul tema del Nome porta alla luce le ragioni di tale argomentazione. L'opera procede nella scoperta delle ineffabili intenzionalità presenti nella rivelazione del Nome, il Nome stesso nel quale Cristo ipostaticamente si identificherà, ponendosi in tal modo a fondamento del mistero di resurrezione e dell"Ut Unum Sint'.


   Attestati sull’Opera

               «... Ho potuto apprezzare la vastità dell'analisi da Lei condotta in ambiti diversi e con metodologie comple­mentari.
               Il percorso sviluppato e le numerose illuminazioni che esso offre mi hanno molto interessato e ritengo che avranno una fecondità nell'appro­fondimento del rapporto tra il mistero di Dio e il mistero della resurrezio­ne.
               Mentre Le auguro di poter continuare con frutto la Sua attività di ricerca, a servizio della Chiesa tutta, profitto dell'occasio­ne per porgerLe distinti osse­qui»

               +  Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede; Città del Vaticano, 20.12.'93.

               «... Tesi sul Nome divino, frutto di una lunga ricerca. Desi­dero congra­tu­lar­mi non solo per la non facile scelta della tematica, ma pure per lo sforzo di collegare Bibbia e Spiri­tua­li­tà.  Con i migliori auguri di ogni bene per il futuro cam­mi­no!».

               +  Card. Carlo Maria Martini, Arcive­scovo di Milano; Milano 16.3.'93.

               «... Una impegnata ricerca, minuziosa e costante che si evidenzia per la sua obiettività. Un prezioso frutto esegetico testuale, con confronto e convergen­ze, come felice aiuto e contributo per la spiritualità biblica, ad edifica­zione singolare ...».

               + Mons. Pietro Canisio Van Lierde, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano; Città del Vaticano 29.7.'93.

               «... E' una ricerca originale e molto interessante, coraggiosa perfino!».

               + Mons. Antonio Ambrosanio, già  Arcivesco­vo di Spoleto e Norcia e Presidente della C.E.U.; Spoleto 16.7.'93.

               «Si tratta indubbiamente di un lavoro originale, ben condot­to ed anche 'solleci­tante'. E' un notevo­le sforzo di riappa­cificare Bibbia e Spiri­tualità tal­volta cammi­nanti per sentie­ri diver­si».

               Mons. Settimio Cipriani, Preside Emerito della Pontifi­cia Facoltà Teologi­ca dell'Italia Meridionale di Napoli.
              
               «Mi complimento per il bel lavoro che unisce vasta eru­dizio­ne nell'a­nalisi a efficace capacità di sintesi teologi­ca e spiri­tua­le. Con i migliori auguri, nel Nome tre volte santo!».

                Prof. D. Bruno Forte, Decano della Pontificia Facoltà Teologi­ca dell'Italia Meri­dionale di Napoli.

               «Buona, convincente ed originale la Metodolo­gia d'inda­gi­ne».

               Prof. D. Anto­nio Pitta, Profes­sore di Metodo­logia al Pontificio Istituto Biblico di Roma.

Recensione di Mons. Luigi Sartori
Presidente Emerito dell'Associazione Teologica Italiana
Studia Patavina 41 (1994) 721-722.
              
               Il volume riproduce sostanzialmente la dissertazione per il dottorato in Teologia conseguito dall'Autore presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (Napoli) sotto la direzione del biblista S. Cipriani.
               Il sottotitolo esplicita il punto focale della ricerca: Saggio ermeneutico se Lc 20,37-38 in rapporto a Es 3,14. In effetti l'A. intende fare un lavoro di ermeneutica  più che di esegesi nel senso dei tradizionali metodi storico-critici; più che sull'analisi diacronica dei passi, egli punta sulla luce che scaturisce dal confronto sincroni­co dei testi fondato sulla 'analogia biblica' e perciò contando al massimo sul valore della 'ispirazio­ne' che dà unità e profondità abissali alla Bibbia.
               Il punto di partenza è l'impasse che sembra imprigionare gli esegeti (da S. Girolamo a tutti i moderni) di fronte al testo di Lc 20,37-38, nel quale Gesù si appella alla rivelazione di Mosè 'sul roveto' quanto al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe («Dio non di morti ma di viventi») come prova della resurrezione dei morti in polemica coi Sadducei.
               Bindella ritiene invece che occorra prendere in considerazio­ne tutto il testo e contesto (gli esegeti limitano l'attenzione al parallelo di Es 3,6), soprattutto il suo punto culminan­te (Es 3,14) che sta nella rivelazione del Nome divino più misterioso e profondo: IO SONO (Io sono chi / colui che sono). Nome che si eleva come novità assoluta sugli altri e al quale gli altri (nemmeno quello di Jahwè) possono essere ridotti ed assimilati. E' questo nome a dare fonda­mento alla forza di resurrezione del Kyrios, alla certezza che Dio è il Vivente e il garante e donatore della vita (Dio di viventi). Il parallelo con Gesù, il Risorto che vivifica, e che addirittura rivendica per sè proprio l''Io sono' di Es 3,14, diventa perciò centrale ed illuminante per tutta la Cristologia ed investe anche la spiritualità che può e deve essere lanciata in orizzonti di maggior coraggio nel segno della nuova Pentecoste per la Chiesa e per il mondo.

               Il breve riassunto che qui ne diamo banalizza un pò il valore del libro: in questo si ammira una stupefacente abilità di utilizzo di ogni tipo di risorsa (filologica, grammaticale, logica, retorica ...) per riuscire a penetrare veramente dentro il senso biblico.
               E poi appaiono straordinarie la ricchezza dei confronti e la minuzio­sità delle analisi. Forse il lavoro si presenta addirittura esuberante tale da far sospettare, di prima impressione, pretese di forza 'dimostrativa' in eccesso, per giungere a certezze che non lascino posto ad oscurità, ad opinabilità, ad un 'oltre' di mistero, anche trattando del Mistero. Eppure la 'razionalità' estrema l'A. intende renderla disponibile e a servizio di una fede altrettanto estrema, fede radicale fino all'apertu­ra dell'esperien­za mistica.
               Bisogna dargli atto: egli riesce a far funzionare al massimo la sua 'ratio theologica' senza mai uscire dal discorso di fede, stimolando anzi questa a toccare vertici esaltanti. Gli dobbiamo perciò grande riconoscenza, e non solo ammirazio­ne.


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